domenica 6 aprile 2014

Il Bang: Opera House di Utzon Il MIO Bang: I Due Serpenti

In un'Europa distrutta dalla seconda guerra mondiale, si ricercano nuovi valori per la progettazione architettonica. Si inizia da ciò che serve, da ciò che è necessario in quel momento storico: la ricostruzione. L'urbanistica e il decongestionamento dei centri delle città sono argomento di discussione, dalle new towns inglesi che ripropongono le vecchie città-giardino all'INA Casa in Italia. A guidare il tutto, ovviamente, Le Corbusier che si dirige in due direzioni: da una parte gli studi del Modulor in cui riprende l'idea di una proporzionalità rigida, riproponendo la regola aurea, proprio per dare una soluzione che quasi possiamo definire "standardizzata" alla necessità impellente di ricostruzione delle città europee; dall'altro lato, indica una via del tutto differente da quelle già intraprese nella storia dell'urbanistica con la sua 'unità di abitazione'. Non più una città tessuto, con differenti zone per ogni necessità, ma un solo blocco (riproducibile potenzialmente all'infinito) con all'interno oltre alla funzione residenziale, una serie di servizi di prima necessità.
Negli USA, non dovendo farsi carico di una rapida ricostruzione, la ricerca di sposta su caratteri funzionali e formali. Tra tutte, quattro le personalità che indicheranno la via. La prima è ovviamente quella di Wright, la cui architettura organica si muove ora anche in forme curvilinee (una su tutte, il Museo Guggenheim) creando così nuove concezioni di 'spazio'. Come in Wright, la ricerca di Aalto si basa sullo spazio, ma seguendo linee differenti: non si distacca come l'americano dal concetto classico di spazialità, ma attuando una reinterpretazione del tutto personale. L'esempio si trova nei Dormitori del MIT, che eseguirà prima di lasciare l'Europa. Qui, l'andamento dell'edificio sinuoso da un lato e spezzato dall'altro ha la sua ragione di esistere sia in un aspetto funzionale, quanto in quello formale.
Differentemente da loro, Walter Gropius, incanala qualsiasi slancio formale in un preciso e rigoroso asservimento alla funzione (seguendo il principio di Sullivan per cui "la forma segue la funzione" paradossalmente più del suo discepolo Wright). In opposizione a questo principio si scaglia la filosofia di Mies per cui non bisogna far sì che la forma segui la funzione, ma piuttosto che lo spazio sia adatto a qualunque funzione. L'America sarà più propensa ad accettare questo tipo di ideologia, piuttosto che una ricerca continua sull'interazione reciproca tra funzione e forma, forse anche per una sorta di 'pigrizia creativa' che renderà più debole la ricerca architettonica a causa di un adeguamento a quello che sarà lo stile internazionale. Distanziandosi da questa filosofia, Luis Kahn nel secondo dopoguerra, ricerca il vero significato dell'architettura, trovando nella parola "istituzione" la chiave del suo pensiero. Per lui la forma non segue la funzione come era per Sullivan, ma piuttosto il ragionamento che si effettua per la ricerca della soddisfazione di ogni aspetto del programma, è esso stesso il determinante della forma. L'istituzione va oltre la funzione: diventa qualcosa di simbolico, qualcosa di non solo materialmente necessario, ma psicologicamente e moralmente indispensabile.
Tuttavia da questa coesione ci si distacca sempre di più quando, a metà degli anni cinquanta, l'Europa sta uscendo dalla crisi postbellica e le nuove tecnologie della precompressione e del cemento armato aprono nuovi inesplorati orizzonti. Ci si distanzia dal brutalismo di Le Corbusier per approdare a una nuova idea di forma, una forma distaccata dalla funzione e fine a se stessa. Dai grandi ingegneri come Nervi in Italia, a Torroja in Spagna, la forma sembra assumere un significato diverso e non funzionale. Grande sostenitore di questo filone è il finlandese Eero Saarinen, che sostiene fermamente l'idea che ogni progetto debba essere portatore di un'idea, e che ogni volta si debba capire quale sia il modo migliore per risolvere i problemi legati al programma. Un esempio monumentale è il terminal TWA all'aeroporto di NY. Saarinen fu determinante inoltre, nella scelta del progetto vincitore del concorso per l'Auditorium di Sydney: l'Opera House di Jorn Utzon. L'opera da me scelta per la scacchiera è proprio questa, non solo perchè Utzon crea un edificio molto interessante a livello formale, ma soprattutto per come diventò da subito un simbolo in cui si riconosce un intero continente. Sarà una delle opere che aprirà la strada al completo svincolamento della forma dalla funzione, che dopo il rifiuto dell'architettura-simbolo dittatoriale, torna ad essere centro di ricerca progettuale. Come Saarinen Utzon segue l'idea di dover sviluppare modelli organizzativi diversi per ogni opera (o per ogni scala) e non far rientrare i progetti in una concezione rigida di regole già prefissate. Il bang di quest'opera infatti è del tutto formale: risiede nelle vele che creano la copertura delle due sale (la Sala Concerti e quella dell'Opera) e del ristorante che le precede. Questa forma deriva ovviamente anche dal contesto in cui si trova: l'Opera House infatti, è situata nella baia di Sydney e la forma dei gusci di copertura ricorda le vele delle imbarcazioni mosse dai venti.
Questa opera insieme ad altre sue contemporanee determinerà una svolta significativa dell'epoca: il vero 'nuovo inizio' dal dopoguerra tanto che lo stesso Le Corbusier, fondatore dei famosi cinque punti, e quindi sostenitore di una progettazione architettonica legata a rigidi principi, sarà uno dei primi a comprendere che i tempi sono cambiati, che le regole prefissate non possono più soddisfare l'esigenza di liberazione che proprio la guerra aveva portato. La nuova generazione di architetti fà quindi tesoro del vecchio modo di fare architettura, ma sviluppandone una versione propria svincolandosi da rigide regole formali.

L'Opera House di Sydney 
Come già anticipato il Bang dell'opera risiede nelle vele (o gusci) che coprono le due sale e il ristorante. Queste rendono il complesso creato da Utzon una delle opere più riconoscibili della sua epoca; mantenendo questo bang formale invariato le tipologie di edificio che si possono creare sono varie, ruotando, traslando o ribaltando le "protagoniste" dell'opera. Ad esempio, invece che due ambienti coperti da gusci allineati, si può creare un solo ambiente centrico formato dalle vele ruotate a formare una cupola; oppure prolungando la succesisone inserendo altre vele, creando uno spazio-percorso e collegando quelli che erano due ambienti a formare un'unica U.



Le nuove forme...




Il mio Bang: "I Due Serpenti"
Scelta l'area 23 al di sotto del viadotto, è chiaro come il contesto determini necessariamente il Bang del mio progetto: due serpenti che si snodano, con le loro diverse funzioni, fra i piloni del viadotto prendendo vita da una piazza centrale.



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